Luxottica, il menù degli orari è ok Sedico. A un mese dall’introduzione i nuovi turni alla Logistica incontrano il favore dei sindacati


SEDICO Il “menù degli orari” a Luxottica funziona. La novità, attivata un mese fa nello stabilimento di Logistica a Sedico, incontra il favore dei sindacati, che hanno lavorato un anno e mezzo con l'azienda per trovare un accordo che, per dirla con le parole di Nicola Brancher (Femca Cisl) «scontentasse il meno possibile i lavoratori». Il “menù” prevede che in Logistica un gruppo di lavoratori inizi il proprio turno alle 5 (un'ora prima di quanto accadeva con la precedente versione dell'orario), per terminarlo alle 13; un altro gruppo, invece, è impiegato dalle 12 alle 20. Così la Logistica rimane aperta tutti i giorni dalle 5 alle 20, e gli occhiali prodotti riescono a raggiungere con un giorno di anticipo i mercati più lontani, come quelli nordamericani. «Era un'esigenza dell'azienda, ma la contrattazione sindacale è servita per trovare il miglior modo di applicarla», continua Brancher. «Quando si cambiano gli orari non è mai semplice trovare una soluzione che vada bene per tutti, ma stiamo lavorando per risolvere anche le frizioni residue che ci sono». Qualche lavoratore, infatti, segnala che la partenza dei camion non è cambiata rispetto a un mese fa, ma «il sistema è appena partito, bisogna avere pazienza», sottolinea Giuseppe Colfeari (Filctem Cgil). «Siamo partiti con questo sistema il 9 gennaio. Il problema, secondo me, è che alcune persone tendono a guardare solo al loro orticello, quando va visto il quadro complessivo». Ovvero: ci sarà sempre qualcuno che si lamenta, ma i sindacati devono guardare all'insieme dei lavoratori, e al futuro del loro impiego. «L'impresa sta mettendo i suoi stabilimenti italiani (e quindi anche Sedico) nelle condizioni di competere con con quelli all'estero», sottolinea Brancher. E' una buona notizia, questa, perché in Cina Luxottica ha aperto una Logistica nuova di zecca. «L'azienda ha valorizzato il polo di Sedico, rendendolo competitivo. Va bene trovare un accordo sugli orari, ma in azienda bisogna fare quelli che vanno bene al datore di lavoro, in ogni posto è così», conclude Brancher. E la scelta, prosegue Colferai, è stata dei lavoratori: «L'azienda voleva che l'orario iniziasse prima e finisse dopo. Poteva imporlo ai lavoratori oppure discuterne. Si è arrivati alle assemblee, e ai questionari, che mostravano dieci possibilità di scelta. Ognuno ha fatto la sua, guardando alle sue esigenze». Al momento, dunque, i sindacati stanno continuando il dialogo per risolvere quelle “frizioni” esistenti, ma sono soddisfatti della modalità che ha portato alla definizione dei nuovi orari: «Abbiamo lavorato un anno e mezzo per evitare di scontentare i lavoratori».
Alessia Forzin

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