AGORDO. «I dirigenti Luxottica hanno assicurato che Agordo rimarrà il centro di un sistema produttivo che tende a prodotti sempre più divergenti rispetto a quelli cinesi del gruppo, puntando sul lusso dei propri occhiali».
Dopo un anno e mezzo di assenza, l'ad di Luxottica, Andrea Guerra, è tornato ad Agordo il 19 ottobre per incontrare, assieme a Piergiorgio Angeli, responsabile delle risorse umane del gruppo, e a Massimo Vian, responsabile capo delle operazioni nel mondo, i rappresentanti nazionali e territoriali di Cgil, Cisl e Uil e le Rsu degli stabilimenti italiani.
«Il gruppo dirigente», dice Luigi Dell'Atti della Cgil, «ha espresso la propria gratitudine ai dipendenti di Agordo, che rimane il centro di un sistema produttivo che tende a prodotti sempre più divergenti rispetto a quelli cinesi del gruppo, nel senso che in Italia Luxottica si caratterizza per il mantenimento di un aspetto di lusso dei propri occhiali».
Una rassicurazione, dunque, in un momento in cui Luxottica sta guardando ai paesi emergenti come centri di produzione e di vendita. «Guerra e gli altri dirigenti», continua Dell'Atti, «hanno detto che l'azienda è in ottima forma, grazie alla cosiddetta integrazione verticale e a un modello di controllo della produzione in termini di velocità e qualità. Vi è stata una continua ricerca nell’automazione, con una spesa relativa di 200 milioni, per passare dai 75 milioni di occhiali del 2012 ai 100 previsti per il 2015».
Notevoli anche gli investimenti negli stabilimenti di Sedico (per struttura e linee d'assemblaggio) e ad Agordo (sulla lavorazione “5 minuti” per la produzione degli occhiali in acetato). La dirigenza ha quindi espresso soddisfazione in particolare per i risultati ottenuti in Messico, Cina, Turchia, India e Brasile e per il ritorno di Armani in Luxottica dopo dieci anni. «Da parte nostra», dice Dell'Atti, «abbiamo chiesto lumi sulla ricaduta per gli stabilimenti italiani nella vicenda Armani e sul mantenimento della produzione in Italia nel caso di un rallentamento della crescita. Nel primo caso i rappresentanti dell’azienda hanno differito la risposta fra tre mesi; una linea, quella dal prodotto più sofisticato, resterà comunque in Italia, le altre due andranno in Cina. Nel secondo l’azienda ha sottolineato la necessità di diversificare e innovare materiali e prodotti finiti, nel senso di renderli più speciali e caratteristici, sempre più simili a raffinati prodotti d’orologeria e oreficeria. Ha inoltre evidenziato che, in questi ultimi anni, l’occupazione è cresciuta». Gli ultimi dati sono in questo senso confortanti: le nuove assunzioni, seppur a tempo determinato, riprese dopo le ferie estive sono arrivate ad Agordo a quota 42, ma anche in questi ultimi giorni sono in corso colloqui. «Certo è una buona notizia», conclude Dell'Atti, «il nostro obiettivo è quello di andare verso la stabilizzazione dei contratti interinali che oggi, ad Agordo, sono circa 350».
Gianni Santomaso